Pubblicazioni e recensioni 2023-2021
Piazza della Bilancia, 31 - Campogalliano (MO)
Pubblicazioni enigmistiche e stralci delle recensioni apparse sulla stampa e sulle riviste specializzate
A collaborare con la B.E.I. Nam ha iniziato alla fine degli anni ‘90 e ha continuato fino al 2018… quasi vent’anni di un impegno prezioso e praticamente “a tempo pieno”. Non solo è stato il… genitore 1 dei “mitici” “Nameo”, “Beone”, “Eureka”, ma la sua opera è stata determinante in moltissime pubblicazioni rese disponibili in Enignet: opuscoli didattici e divulgativi, raccolte antologiche, repertori, archivi storici e fotografici, …
Dedicargli questo nostro lavoro, che ci preoccupava ma abbiamo fatto con tanto amore e tanta commozione, era doveroso,... (dalla Nota dei Curatori)
(Guido Iazzetta, La Sibilla n. 3-2023, pag. 114)
In questa II edizione ci sono molte novità, fra cui l’aggiunta di tre riviste finora sconosciute a tutti: Ore d’ozio, Serate famigliari e La Ricreazione (di Roma) e moltissime correzioni che ho potuto fare grazie alla diretta visione delle riviste acquistate dagli eredi Rossi e continue consultazioni dell’Opac. Anche in questa edizione ci sono le schede complete di ogni rivista con le città e gli anni in cui furono edite, la periodicità, i redattori, il formato, il numero di pagine e l’elencazione del materiale in possesso delle Biblioteche italiane e dei collezionisti. Sono inoltre riprodotte le immagini di tutti i frontespizi e delle copertine.
(Riccardo Benucci, Penombra n. 8-2023, pag. 3)
Dando seguito alla ricerca edita nel 2012, Guido elenca tutte le testate di Enigmistica Classica pubblicate dal 1866 ad oggi, riportandone le città di stampa, gli anni in cui le stesse ebbero vita, la periodicità, i direttori, i redattori, il formato, il numero di pagine e l’elencazione del materiale in possesso delle Biblioteche italiane e dei collezionisti.
Si tratta, come si può capire, di un lavoro che ha richiesto approfondite ricerche ed anche l’utilizzo e la consultazione dei più moderni archivi online, tipo quello dell’OPAC, ovvero del Catalogo collettivo delle biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale.
Il volume riporta un’attenta e incisiva prefazione di Silvano Rocchi (Ser Viligelmo), così come una introduzione dell’autore che non si può assolutamente saltare, perché fornisce chiare spiegazioni sui criteri e sulle chiavi che hanno ispirato il lavoro,
La corsa attraverso tutti quei titoli così suadenti, dal primo, L’Aguzzaingegno all’ultimo, Morgana, da La luna al Martello dell’ingegno, eccetera eccetera, è destinata ad affascinare il lettore anche per la riproposizione dei frontespizi e delle copertine delle riviste stesse. Una pubblicazione davvero pregevole, che non può mancare nei nostri scaffali.
La pubblicazione della B.E.I. già esistente è stata aggiornata al 2022, completamente rivista nella veste grafica e arricchita di note bibliografiche e pagine fuori testo.
“Se è vero che sin dal 2006 la nostra Biblioteca aveva raccolto in un “file” tutte le pubblicazioni enigmistiche apparse in Italia sin dal 1900, aggiornando poi continuamente tale elenco ed inserendolo sul sito di Enignet alla libera fruizione di tutti gli interessati, immagino che l’aver proposto gli stessi dati in una pubblicazione possa rendere più gradevole e semplice, pure meno arida, la consultazione delle informazioni in essa contenute. Che poi non sono “solo” notizie bibliografiche, perché noi che amiamo tanto la nostra Arte sappiamo benissimo quali tesori e quali insegnamenti e quante occasioni di ameno e intelligente divertimento celino quel migliaio di titoli raccolti con scrupolosa attenzione e precisione dai curatori dell’opera.” (dalla presentazione del Presidente).
(Penombra n. 3-2023, pag. 1)
Marius è stato uno dei più grandi esperti e studiosi in campo crittografico, … A lui si deve “Il saper minimo sulla crittografia”, un breve trattato scritto in modo chiaro e non nozionistico, che fu pubblicato su Penombra nel 1983 in due puntate e che fu poi ripubblicato, sempre a puntate, nel 1999 a cura di Tiberino.
Ora abbiamo riunito in un unico fascicolo questo scritto di Marius e lo dedichiamo agli enimmisti che vogliono entrare nel mondo delle crittografie ma anche a coloro che già si dilettano a comporre tale tipo di gioco (oltretutto, detto tra noi, un ripassino non fa mai male!). Abbiamo fatto questo “dono” agli amici abbonati con l’intento di dare un contributo fattivo per far conoscere agli enimmografi e ai solutori i meccanismi teorico-pratici basilari che regolano la crittografia.
(Riccardo Benucci, Penombra n. 1-2023, pag. 21)
… Dobbiamo esprimere profonda riconoscenza all’amico Guido Iazzetta, direttore della Sibilla, collezionista e studioso dell’epopea enigmistica, per aver dato alle stampe un volumetto prezioso e di assoluto valore bibliografico. In tale pubblicazione viene descritta l’attività di ventiquattro autori di enigmi vissuti dal XVI al XVIII secolo, a partire dall’opera del senese Angelo Cenni detto Il Resoluto per finire col siciliano Antonino Galfo, lungo un percorso che propone altri notevoli personaggi, dallo Straparola a Giulio Cesare Croce, da Michelangelo Buonarroti il Giovane ad Antonio Malatesti, da Giovanni Battista Taroni a Marco Milesi.
Le singole schede biografiche sono introdotte da una illuminante prefazione dell’autore che ben dettaglia le differenze fra il poetar per enigmi di un tempo e quello odierno …
Ma l’importanza del lavoro di Guido non consiste “soltanto” nell’averci riproposto/proposto la vita e le opere dei ventiquattro nostri predecessori, ma nel fatto di aver svolto una minuziosa ricerca presso tutte le principali biblioteche non solo d’Italia ma d’Europa, degli Stati Uniti eccetera, così che per ogni nome sono citate le opere pubblicate e le biblioteche dove le stesse sono conservate …
Suggestive le copertine di quei vecchi testi: solo a guardarle viene di commuoversi. Grazie, quindi, Guido, per questa pregevolissima opera: Penombrae tutti gli enigmisti italiani credo ti debbano essere grati.
Questo nuovo opuscolo della collana dedicata agli “Enigmisti del passato” intende ricordare un uomo e un enigmista, Europe Cacciari (Pino da Imola), la cui vita, per quanto breve, è stata così ricca di avvenimenti e di interessi da meritare una pubblicazione a lui tutta dedicata … uno di quei personaggi, affabili ed entusiasti, che molti di noi avrebbero voluto poter conoscere di persona e che oggi comunque possono essere descritti e ricordati, nelle loro infinite sfaccettature, grazie alla dettagliata ricerca compiuta con la consueta completezza da Pippo e Haunold, col premuroso supporto del figlio Alberto (Il Pinolo). (dalla presentazione del Presidente)
(Cesare, Penombra n. 6-2023, pag. 21)
Già nel 2002 Orofilo aveva curato un opuscolo B.E.I. intitolato “Invito al rebus”, dedicato a chi vuole avvicinarsi al settore rebus dell’enimmistica classica. Ora Franco Bosio ha ripreso, riveduto ed ampliato, sia nel testo (con l’aggiunta di un capitolo dedicato all’imago e ad altri tipi di rebus), sia aggiornando le immagini, quel manuale e lo ha ripubblicato, a cura dell’Associazione Rebussistica Italiana.
Il manuale di 60 pagine, scritto a complemento e completamento di “Scuola di rebus”, sezione del sito A.R.I. curata da Hombre, parte dall’ABC tecnico … In conclusione, già in altre occasioni - presentando alcuni opuscoli B.E.I. - ho consigliato ai lettori di stampare e rilegare le pubblicazioni; è un consiglio che mi sento di dare anche per questo manuale per conservarlo nella personale biblioteca enimmistica perché, anche se scritto per i neofiti, sarà sempre utile per una veloce consultazione
(Leonardo, n. 3-2023, pag. 9)
Si tratta della nuova edizione riveduta e aggiornata di una guida, dello stesso autore e avente il medesimo titolo, edita nel 2002 a cura della B.E.I. Nell’opuscolo, come ci dice l’autore nella premessa iniziale, “dopo averne tracciato una breve storia, si spiega come si presenta il rebus odierno, dandone le più condivise regole generali … si passerà poi brevemente ad analizzare le principali varietà concludendo con un’antologia dei migliori rebus pubblicati”. La trattazione prosegue in modo chiaro e schematico, corredata di numerosi utili esempi.
Notevole il capitolo conclusivo: una ventina di giochi “da antologia” dei migliori autori del passato e del presente, presentati in ordine cronologico, ciascuno corredato di un breve commento volto a metterne in evidenza i pregi salienti. Si ripercorre un’ideale storia del rebus, iniziando con un gioco “d’epoca”, addirittura centenario (del 1923, di Zaleuco), per terminare con giochi molto recenti.
Una lettura consigliata ai principianti, per trarre utili indicazioni su come addentrarsi nell’affascinante mondo del rebus, ma piacevole e interessante anche per gli esperti.
(Alan Viezzoli, Penombra n. 11-2023, pag. 5)
Antonietta Musotto è una simpatica contadina di 94 anni che una sera, in occasione del suo compleanno, per intrattenere gli invitati che sono venuti a festeggiarla, propone il seguente indovinello: «Bianca muntagna, niura simenza; l’omu ca simìna sempri chi pensa» – ovvero, tradotto dal dialetto siciliano, “Bianca montagna, nera semenza; l’uomo che semina sta sempre a pensare”.
Tra gli amici presenti alla festa c’è anche Luciano Caponetti, giornalista ed ex responsabile dell’Archivio Storico dell’Assemblea Regionale Siciliana, ora in pensione, che riconosce nelle parole della donna la sostanza dell’indovinello veronese, il primo esempio di testo redatto in volgare italiano, e decide così di scrivere L’indovinello di… Antonietta, un libro in cui l’autore racconta non solo la storia dell’indovinello ma anche, e soprattutto, la vita di Antonietta Musotto.
All’interno del già piccolo libriccino la parte che riguarda prettamente l’enigmistica occupa solo l’ultimo dei sette capitoli in cui è diviso il testo. Caponetti decide di dedicare così tanto spazio a raccontare la vita della donna soprattutto per inquadrarla nel contesto storico in cui è vissuta e far capire al lettore che l’indovinello raccontato da Antonietta è frutto di mera tradizione orale …
Da un punto di vista prettamente enigmistico, la testimonianza in sé non aggiunge molto rispetto a quanto già si sapeva sull’argomento. … Alla fine la testimonianza “di prima mano” di Antonietta rende quell’indovinello così lontano nel tempo ancora vivo al giorno d’oggi e ci fa capire quanto l’Enigmistica sia stata e sia ancora legata a doppio filo con la Storia dell’uomo e quanto sia sempre importante studiarla.
(Felice Paniconi, La Sibilla n. 6-2023, pag. 242)
Gli enigmi di solito si leggono con un solo occhio che ha il compito di scovare il senso latente (come ben precisa Emanuele Miola nella sua prefazione In controluce), dando poca importanza al senso apparente, qui invece occorrono due occhi e ben aperti perché i testi sono di una grande modernità linguistica e stilistica oltre che di significato. Quando poi si passa al senso latente la magia non scompare di fronte alla capacità di aver trovato altri significati, ma si amplifica, perché è come se si aprissero delle metafore argute e diligenti, quello che giustamente l’autore definisce inganno poetico.
(R. B., Penombra n. 11-2023, pag. 4)
Proposto in alcune copie al Congresso di Bardonecchia e successivamente presentato a Pisa, nel suggestivo scenario del Museo delle Navi Antiche, il volume “Enigmi” di Alfredo Baroni (Bardo) si pone come prezioso punto fermo nella carriera di uno dei più importanti ed eclettici enigmisti italiani, capace da tempo di comporre giochi di assoluta eccellenza in ogni settore, risultando peraltro anche un bravissimo solutore.
E’ da rimarcare il fatto che questa raffinata antologia gli sia stata espressamente richiesta dalla casa editrice “Valigierosse” … Poi va sottolineata l’eleganza del volume, che alterna i mirabili enigmi di Bardo a suggestivi schizzi giovanili di Maria Ghezzi, La Brighella, storica disegnatrice di rebus della Settimana Enigmisticae non solo, scomparsa nel 2021. Fondamentale anche l’ispirata prefazione di Emanuele Miola (Ele), che introduce con garbo sapiente i lavori del sensibile autore e amico toscano.
Ma è chiaro che la parte del leone della pubblicazione la fanno gli splendidi versi di Bardo … giochi quasi tutti già editi e premiati a Congressi, lavori che per la bellezza e il ritmo dei versi potranno piacere a un pubblico ben più vasto di quello strettamente enigmistico.
Un volume che certo arricchirà le nostre biblioteche e che ci renderà ancor più orgogliosi di condividere non tanto un pregevole hobby di nicchia ma una autentica Arte a sé stante, così giudicata nel tempo da parecchi nomi della cultura italiana, a partire, come giustamente sottolineato da Ele nella prefazione, dal poeta Edoardo Sanguineti.
(Felice Paniconi, La Sibilla n. 6-2023, pag. 242)
Il libro è formato soprattutto da enigmi e indovinelli tratti dai suoi numerosissimi lavori che gli hanno permesso di vincere tantissimi premi, anche perché ricchi , oltre che d’intelligenza e creatività, di musicalità; dominano settenari ed endecasillabi in un’accorta ricerca linguistica capace di raccontare l’attualità, le passioni politiche e i sogni di un ligure abituato alla durezza della vita e a guardare sempre al di là del mare o del male di vivere, come ha scritto un suo conterraneo. Si ritrova nelle pagine come una tristezza di fondo, una certezza dei conti che non tornano, accettata tuttavia con pacata serenità e con la capacità di nascondere le tematiche reali nella perfezione stilistica simile al suo carattere dolce e pieno di un’innata timidezza che lo portava a essere apprezzato e amato da tutti.
(R. B., Penombra n. 11-2023, pag. 4)
Uno degli ultimi desideri del nostro carissimo amico Luca Patrone è stato quello di raccogliere in un volume la sua ricca produzione di giochi in versi, poetici ed epigrammi. Se la malattia gli ha impedito di vedere stampata questa preziosa antologia, è comunque stato il fervido impegno di Alfredo Baroni (Bardo), autore di una toccante e mirabile prefazione e della sempre generosa Silvia Pacchiarini (Gnu) a far sì che “L’urna dei segreti” venisse distribuita, alla presenza della commossa moglie Simona, ai partecipanti del Congresso di Bardonecchia dietro il versamento di una offerta da destinare all’A.I.L., l’Associazione che raccoglie fondi a favore della lotta contro le leucemie.
Non ci sono dubbi sul fatto che Il Langense sia stato uno dei più grandi enigmisti di sempre … La sua bravura e la sua genialità espressiva si rivelano appieno in questa emozionante raccolta. Moderni e ben costruiti gli epigrammi, densi di spunti creativi, di bisensi e azzeccate immagini i lavori poetici, spesso premiati in congressi e altri importanti appuntamenti. …
Elegante nella sua veste grafica, con in copertina un’araba fenice disegnata dalla Brighella sullo sfondo dello stemma del Comune di Campomorone, il paese di Luca, questa antologia è destinata a tramandare anche a chi verrà dopo di noi il valore di un uomo e di un enigmista che merita un posto d’eccellenza nella storia della nostra piccola/grande Arte …
(Guido Iazzetta, La Sibilla n. 1-2023, pag. 34)
Si tratta di un libro molto originale che accosta i balli popolari al mondo del rebus [che] non sono quelli canonici dell’Enigmistica Classica (…) ma io sottolineo ancora una volta che la bellezza della nostra Arte enigmistica sta proprio nella mancanza di regole e ognuno si fabbrica i suoi rebus come meglio gli aggrada.
(Cesare, “Penombra” n. 5-2022, pag. 18)
Nicola Aurilio, molto modestamente, ha dato al suo libro il titolo di Tentativi di enigmi, ebbene, se sono dei tentativi, dobbiamo dire che sono molto ben riusciti, d’altronde Ilion è da decenni un autore enimmistico di indiscusso valore, vincitore di numerosi premi e più volte campione nei vari Concorsi autori di Penombra.
Il libro, oltre alla postfazione di Giovanni Caso, in cui Ilion viene illustrato sia come poeta-enimmista sia come uomo, è completato da una interessante “lectio magistralis” sugli enimmi, scritta da Massimo Gerardo Carrese (Algernon), fantasiologo, poeta onomaturgo e ludorimico, autore di documentari fantasiologici, fondatore del panassurdismo e anagrammista.
Completa la pubblicazione un breve profilo personale di Nicola Aurilio, Giovanni Caso e Massimo Gerardo Carrese.
In conclusione: una raccolta di enimmi da leggere e da gustare sia sotto il profilo del significato apparente, dai forti contenuti ecologici, sociali ed affettivi, sia sotto quello del significato reale, con enimmi spesso asciutti ed essenziali, ma tutti con grande potenza espressiva.
("Penombra" n. 4-2022, pag. 2)
Su Penombra di Gennaio scrivemmo di Sisto Rossi come una new entry nella nostra comunità enimmistica “di un giovane ottantenne” Sisto non è solo un appassionato di enimmistica egli è anche un cultore di ludolinguistica, ed in particolare dei tautogrammi. Tra le passioni di Sisto c’è anche il gioco degli di scacchi, che ha imparato sin da bambino (…)
Oggi, Sisto ha voluto raccogliere i suoi divertissement in un agile e ben stampato volumetto dove troviamo i suoi amati tautogrammi, ma anche problemi di scacchi e, soprattutto, i 158 giochi quasi tutti pubblicati su Penombra a partire dal 2019 preceduti (per gli… ignoranti di enimmistica) da “brevi informazioni introduttive” in cui spiega i vari meccanismi dei giochi enimmistici.
Insomma un “libriccino” destinato a pochi amici, ma che sta bene tra gli scaffali di una libreria.
("Penombra" n. 4-2022, pag. 2)
Una lunga vita quella di Maria Luisa Zanchi (si è spenta nel dicembre 2016 a Firenze a novantatré anni, età alla quale – come ebbe modo di ricordare Brown Lake – ancora «imperversava in rete» sempre pronta a essere la chioccia, così amava definirsi, di giovani edipi), una lunga storia da raccontare questa di Malù e adesso finalmente questa storia scrive nuove pagine che trovano posto sugli scaffali di Campogalliano e nella biblioteca virtuale B.E.I., grazie a Pippo e Haunold.
Nella collana “Enigmisti del passato” della Biblioteca Enigmistica Italiana “G. Panini“ è adesso disponibile la pubblicazione Maria Luisa Zanchi - Malù e, nelle oltre cinquanta foto a corredo della pubblicazione, molti amici che l’hanno conosciuta si potranno riconoscere in immagini scattate con lei in occasione dei Congressi Enigmistici Nazionali di cui fu apprezzata organizzatrice e in tante altre occasioni. (…) appisolata sul divano (doveva mostrarsi addormentata, lo richiedeva la chiave dello stereorebus di Snoopy “la prima luna d’estate”) o ben sveglia, felice dei festeggiamenti per il novantesimo compleanno. Avvenne nel 2013 a Firenze (città dove Malù era nata e dove lei, di origini biturgensi e pisane, ha vissuto – dopo una parentesi adolescenziale a Grosseto – la sua vita) in quella Via dei Della Robbia che, come ricorda Pasticca, «era diventata il vivace punto d’incontro per tante amiche». E così quasi dieci anni fa Più uno, Gnu, N’ba N’ga, Stark e Ares (autrice di «una stupenda torta a forma di cruciverba», parola di N’ba N’ga!) festeggiarono una Malù avanti con gli anni ma per nulla disposta ad arretrare nell’entusiasmo per la vita e per l’enigmistica.
("La Sibilla", n. 2-2022, pag. 74)
Per la B.E.I., tutti gli enigmisti rivestono la medesima importanza: a ciascuno deve andare una dimostrazione di viva gratitudine, al campione pluripremiato, al direttore di rivista, ma anche al solutore ... La fresca uscita di un corposo opuscolo, ricco di foto e testimonianze, dedicato alla figura della cara Maria Luisa Zanchi (Malù) ci è parsa una scelta in linea con questo indirizzo: celebrare un'amica che nella sua lunga esistenza (1923-2016) si è fatta apprezzare da diverse generazioni di enigmisti, sempre manifestando entusiasmo e instancabile attaccamento al nostro universo.
(“Penombra” n. 12-2021, pag. 3)
Da pochi giorni è uscito un nuovo volume della serie che Nello Tucciarelli (Lionello... ma non occorrono certo presentazioni per il nostro redattore, da tempo immemorabile stabilmente al top dell’enigmistica figurata) ha dedicato alla sua grande passione, il rebus, e ad un suo – e nostro – indimenticabile amico: Tiberino.
Sono tanti cinquant’anni? Magari non molti per chi si sente giovane, forse per dato anagrafico, ma soprattutto perché l’enigmistica è la miglior medicina contro l’invecchiamento (…) sono invece molti nel pensare a quanti rebus e in quante differenti sedi (il volume spazia dalla rivista 50&più ai periodici in edicola – La Settimana Enigmistica così come le varie testate dell’editore Tedeschi – alle riviste di classica) Lionello si sia espresso.
L’occhio del lettore di Cinquant’anni di rebus non cade però unicamente sulle vignette-rebus: fanno bella mostra di sé le foto che ritraggono Nello e la famiglia, non solo – in senso lato – quella enigmistica di cui fa parte da decenni, ma anche la famiglia in senso stretto, i figli e i parenti tutti ovvero quella simpatica “tribù” che lo accompagna in simposi e congressi.
(“Leonardo” n. 1-2022, pag. 7)
Sono diventati cinquanta, gli anni di rebus che nella precedente raccolta erano “soltanto” quarantacinque: in questo nuovo volume, l’ottavo della serie, Lionello espone una sintesi della sua attività enigmistica più recente, relativa al quinquennio 2016-2020.
La prima parte presenta un’ampia selezione delle collaborazioni con le riviste di Enigmistica popolare e classica, mentre la seconda è dedicata alle attività collaborative e organizzative svolte dall’autore nell’ambito dei quattro Congressi Nazionali e Convegni Rebus A.R.I. tenutisi nel periodo in argomento (Torino 2016, Isola d’Elba 2017, Roma 2018 e Alessandria 2019). Ciascuno di tali eventi è dettagliatamente documentato con giochi, articoli, fotografie: un piacevole “amarcord” per chi vi ha partecipato e un’interessante lettura per chi invece non era presente.
Ci fa molto piacere segnalare che, a suggellare una lunghissima collaborazione, trasformatasi poi in una bella e solida amicizia, l’opera è dedicata a Tiberino, con un’affettuosa e commovente dedica di cui riportiamo l’inizio “A te, con il cuore straziato, questo mio modesto lavoro, nel ricordo della nostra più che cinquantennale Amicizia (…)”.
Complimenti dunque a Lionello per l’ottima pubblicazione e l’importante traguardo raggiunto e… aspettiamo “Cinquantacinque anni di rebus”!
(“Leonardo” n. 4-2021, pag. 7)
L’opuscolo è disponibile e scaricabile gratuitamente dal sito www.enignet.it. La grafica, analoga ad altre pubblicazioni edite dalla B.E.I., è semplice ma gradevole, a cominciare dalle copertine, che riproducono quelle del primo e ultimo fascicolo del Labirinto, rispettivamente del 1948 e del 2013. Dopo una breve presentazione del personaggio Franco Diotallevi/Tiberino, sono riprodotte le 46 puntate della “storia”: una pagina per ogni anno di pubblicazione della rivista, in cui vengono ricordati fatti, personaggi, giochi e… polemiche dell’epoca, con un linguaggio semplice e colloquiale. I testi sono ravvivati da immagini significative…
… sono commossa per le belle parole e per l’affettuoso ricordo di papà. Lo terrò come prezioso ricordo della giornata e vi ringrazio di cuore. Grazie Presidente, grazie Pippo, grazie Giulio, grazie di cuore a tutti.
Annamaria Panini
(Cesare, "Penombra" n. 11-2021, pag. 17)
Il 2 ottobre Pippo - in occasione del 29° Simposio Emiliano-Romagnolo Memorial Il Paladino - ha annunciato, con una certa emozione che sul sito della B.E.I. è scaricabile gratuitamente, per la Collana “Enigmisti del passato”, la pubblicazione Giuseppe Panini - Il Paladino. Un vero e proprio libriccino dove, con scritti e immagini, si racconta la storia d’un uomo imprenditore, enimmista, collezionista, musicista, imprenditore sportivo… ma soprattutto un anfitrione ineguagliabile, avendo egli organizzato Congressi e Convegni indimenticabili.
Merito a Pippo per aver raccolto con una ricerca minuziosa e certosina tutti gli scritti sul Paladino e le decine di fotografie che completano la pubblicazione, che non va tenuta in una libreria virtuale, ma dev’essere stampata e conservata tra gli scaffali di una vera biblioteca.
(“La Sibilla” n. 5-2021, pag. 218)
A venticinque anni dalla scomparsa, la B.E.I. celebra Giuseppe Panini dedicandogli il Memorial del 2 ottobre, così come un dettagliato opuscolo, scaricabile dal sito www.enignet.it. Tanto devono gli enigmisti italiani di ieri e di oggi al suo contagioso entusiasmo e al suo intuito di collezionista…
("La Sibilla" n. 4-2021, pag. 143)
A Ser Bru uomo non potevi far altro che voler bene... su suggerimento di un altro protagonista di quella stagione, Mimmo, la B.E.I. è stata lieta di aderire alla proposta di dedicargli un opuscolo che ne rivalutasse l'opera, così che Ser Bru potesse riappropriarsi del posto che merita nella storia dell'enigmistica italiana. Ne è scaturita una pubblicazione che, oltre a interessanti note biografiche, raccoglie un'antologia dei suoi migliori giochi poetici, tutti di alto profilo, dallo stile preciso e puntuale, spesso incentrati su schemi di anagrammi forniti da un altro gigante della Scuola Genovese, Il Grigio, oltre a una selezione di epigrammi, rebus e crittografie. Introdotta da una preziosa nota introduttiva di Ilion, la plaquette ordinata da Haunold e Pippo è arricchita da rare foto e completata dall'albo d'oro dei successi riportati da Sergio in tanti anni di onorata carriera.
(Emanuele Miola, "La Sibilla" n. 4-2021, pag. 162)
Ne L'ora desiata vola si incontrano molti dei temi che - sono sicuro - hanno affascinato molti di noi quando ci siamo per la prima volta avvicinato all'arte degli enigmi: lo stopore e poi l'amore per il testo bisenso; la scoperta dei "mattoncini" con cui si crea e si risolve una frase finale e il conseguente riconoscimento di parole e costruzioni che sfuggono alla lingua che parliamo tutti i giorni (i vari are, avi, eri e le cosiddette dislocazioni); la tenace ricerca di un metodo risolutivo che possa partire ora dalla prima, ora dalla seconda lettura; il brivido di venire a capo di un rebus difficile... Chi volesse introdurre un amico o una persona cara all'arte del rebus potrà sicuramente valersi del libro di Ichino, ma anche per gli enigmisti più navigati, e specialmente per gli autori di rebus, L'ora desiata vola è un testo importante, che non può mancare nelle nostre biblioteche domestiche.
(Barbara Notaro Dietrich, La Gazzetta di Parma, 11 luglio 2021)
Che cosa unisce un manualetto sofisticato ma semplice dedicato a chi si vuol cimentare (o si cimenta) coi rebus e un lungo romanzo che racconta la propria vita e quella dei genitori e dei nonni e via per li rami familiari, politici, professionali? La profonda convinzione che la serietà nasce dalla leggerezza, l’arguzia dall’allenare l’intelligenza e che non si deve ciondolare neppure in vacanza. Avevamo lasciato Pietro Ichino, forse il più noto giuslavorista italiano, nonché cattedratico in diritto del lavoro, a La casa nella Pineta e ci pare consono, se non consequenziale, leggere oggi L’ora desiata vola. E questo perché un tratto significativo del suo ambiente familiare è sempre stato quello del capire, oltre che dell’accogliere.
Nei rebus, come nei sogni, succedono le cose più improbabili. E del resto rebus in latino vuol dire “con le cose” mentre oggi lo si usa più che altro per ciò che è di difficile comprensione. Lo scopo di Ichino invece è dimostrare quanto i rebus siano una metafora della vita. Occorre scavare e scavare per capirci e capire gli altri, per non pensare che la prima, e più facile, interpretazione sia quella giusta. Capitolo dopo capitolo (in tutto 33 con una chiusa dedicata alla grande Maria Ghezzi, detta La Brighella, ineguagliabile disegnatrice di rebus) Ichino accompagna il lettore attraverso le varianti sorprendenti dei rebus. Conoscere l’analisi logica e la sintassi aiuta, ma il percorso può essere anche l’inverso: può essere pure il gioco dei rebus ad aiutare la conoscenza dei meccanismi della lingua.
(Corrado Augias, il Venerdì di Repubblica, 18 giugno 2021)
Confesso: amo i rebus, quei disegnini surreali dove avvengono cose impensabili, pieni di oggetti eterogenei, intercalati da qualche lettera. Ho finalmente trovato il libro dove tutti i segreti dei rebus vengono svelati; a cominciare dallo speciale vocabolario valido solo lì per cui i puledri diventano “redi” le ranocchie “ile”, gli scolapasta “coli” o “colini”, un uomo o donna tra due carabinieri “reo” o “rea” senza tante storie.
I rebus sono sicuramente il gioco enigmistico più divertente, però richiedono allenamento e per chi, come me, non ha molto tempo per praticarli un libro come questo diventa fondamentale. S’intitola L’ora desiata vola (Bompiani) ma la vera sorpresa è l’autore: Pietro Ichino. Nessuna omonimia, si tratta proprio del cattedratico di diritto del lavoro, più volte deputato del centrosinistra, avvocato e… maestro rebussista come ora scopriamo.
Il volume contiene molti esempi chiariti lettera per lettera, (...) È il bello dei rebus e di tutti i grandi problemi enigmistici. Come spiega da par suo Stefano Bartezzaghi nella prefazione si tratta di giocare sull’ambiguità delle parole, sfruttandone significati riposti e doppi sensi.
(Il Langense, "Il Canto della Sfinge" n. 69, pag. 13)
Ichino si addentra negli oscuri cunicoli del rebus, cercando di convincere gli scettici che la sua risoluzione non è, come molti sostengono, un'impresa impossibile, bensì un piacere da assaporare lentamente. Oltre a quella della composizione e quella della illustrazione, esiste cioè una terza arte sottesa da questa avventura enigmistica, quella della soluzione, perché il rebus, pur avendo un aspetto aristocratico, è un gioco democratico, non esclude nessuno. Per dimostrare questo, l'autore si sofferma sui molteplici aspetti intellettuali ed estetici che caratterizzano questo diffusissimo e spesso ingiustamente bistrattato gioco enigmistico.(...)
Il punto centrale della trattazione di Ichino, che è poi nella sostanza un'autentica dichiarazione d'amore, è che “la passione per i rebus non si nutre soltanto del piacere di riuscire a risolverli”: a volte si tratta di veri e propri capolavori artistici, che portano allo sbalordimento per la bellezza del passaggio dalla prima alla seconda lettura, per la magia della cesura, o semplicemente per l'atmosfera evocata dall'immagine. Non poteva mancare a questo proposito, il commosso omaggio alla indimenticabile Signora del rebus, Maria Ghezzi, la Brighella, a cui l'autore aveva fatto visita qualche giorno prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta lo scorso febbraio.
("Penombra" n. 7-2021, pag. 4)
Che cos’è un rebus? La spiegazione ce la dà il prof. Pietro Ichino, noto giuslavorista appassionato di rebus fin da bambino, nel suo libro. … Il sottotitolo è “Guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili” e, leggendo il libro, s’intuisce che l’autore è un innamorato del rebus, che è spiegato al lettore ponendosi dalla parte del solutore, qual è egli stesso, così da portare chi legge ad appassionarsi all’enimmistica illustrata. Con una scrittura semplice e chiara Ichino spiega i procedimenti e i ragionamenti necessari per risolvere i rebus, anche i più difficili, con vari esempi di giochi creati dai migliori autori.
(Alfredo Baroni, "La Sibilla" n. 4-2021, pag. 177)
E' incredibile la capacità dell'amico Pasticca di far fluire dalla sua penna un'enorme quantità di materiale anfibologico... Versi enigmistici, è vero, ma anche versi poetici tout court, mirabili anche per la scelta dei temi, a volte intimistici, ma spesso mossi da lodevole impegno civile... Consiglio a tutti di farsi... inondare da queste incantevoli poesie e di godersi l'affascinante corsa del treno dell'Autore senese sui binari del doppio soggetto.
(Il Langense, "Il Canto della Sfinge" n. 69, pag. 8)
Faville nella notte è una raccolta di “sprazzi”, termine utilizzato da Penombra – la più longeva rivista di enigmistica classica italiana, di cui da anni Pasticca è attivo e attento redattore – per individuare questa tipologia di enigmi di media lunghezza in versi liberi. Come spiegato dall'autore stesso, si tratta del lavoro svolto durante tre afose estati del passato decennio: la bellezza di centoventi componimenti, tra enigmi e giochi a schema dalle svariate e originali combinazioni, rigorosamente da non divorare tutti d'un fiato, bensì da centellinare con attenzione, leggendo e rileggendo, cercando di cogliere le innumerevoli sfumature dilogiche che permeano l'inconfondibile poetica del prolifico autore senese.
(Cesare, "Penombra" n. 4-2021, pag. 1)
Si tratta della copiosa partecipazione di Riccardo Benucci a tre Concorsini mensili, banditi nel 2012, 2013 e 2014, in occasione dei quali Pasticca inviò ben 40 “sprazzi” per ogni bando realizzando una collana di ben 120 lavori pubblicati, poi, nel tempo.
Ora Penombra ha raccolto tutti questi lavori in una pubblicazione dal titolo "Faville nella notte", con una prefazione critica scritta da Ilion. Un libro da non lasciare nello scaffale della biblioteca, ma da leggere, da studiare, da gustare.
(Elio Alchini, "Penombra" n. 5/2021, pag. 3)
In sessanta pagine vengono presentati più di venti tipi diversi di giochi, a testimoniare - se mai ce ne fosse ancora bisogno - l'assoluta padronanza di Pasticca nell'affrontare ogni tipo di schema. ... Sorprende poi la capacità dell'autore di armonizzare dilogia e poesia in versi di rara bellezza, a volte brevi, essenziali, a volte più articolati, ma ognora infallibilmente efficaci. In ogni sprazzo tutto è in equilibrio perfetto... Mettetevi comodi e leggeteli tutti, uno dopo l'altro. Lasciatevi dapprima conquistare dalla musicalità dei loro versi, dal vigore dei loro racconti. Poi leggeteli di nuovo, attentamente, per scoprire appieno la loro essenza enigmistica. Godetevi le sensazioni che saranno certamente capaci di farvi provare.
Sono faville che vi scalderanno il cuore.
(Pasticca, nella presentazione)
Le stirpi di enigmisti sono abbastanza rare. A volte capita che un figlio ricalchi, almeno per un tratto, le orme del padre o della madre, ma gli esempi non sono numerosi. La famiglia Cavazza, con quattro generazioni di enigmisti, si presenta come un caso davvero unico.
La pubblicazione presenta la storia di questa famiglia: una saga di persone dagli svariati interessi, unite dall’amore per l’enigmistica ma anche per l’arte, la musica, la scienza. Un’opera che apre squarci su esistenze in ogni caso degne di essere conosciute e ammirate. (per scaricare la pubblicazione)
("Penombra" n. 6-2021, pag. 17)
Una famiglia in cui si sente forte «il calore e la ricchezza di affetti e di pensieri»: con queste parole Lucetta (Lucia Luminasi) – nel numero di giugno 2017 della nostra rivista – concludeva l’articolo Una stirpe di enigmisti dedicato a una famiglia che costituisce un caso più unico che raro nel panorama edipeo italiano. Con lo stesso titolo dell’articolo di quattro anni fa (e con la stessa autrice, affiancata da Pippo che ha svolto la preziosa funzione di catalizzatore dell’avvincente racconto), la Biblioteca Enigmistica Italiana ha da poco rilasciato una che reca come sottotitolo I “rami” di Nestore, un secolo e quattro generazioni.
("La Sibilla" n. 3-2021, pag. 103)
... ne consigliamo vivamente a tutti la lettura perchè non vi si parla solo di giochi, ma di vicende umane di alto interesse. Eccolo Nestore, apprezzato medico, che approda all'enigmistica grazie a un consulto avuto con il dott. Eolo Camporesi (Cameo), ... Nestore che visita gratuitamente le persone indigenti, Nestore che dedica la vita all'introduzione dei raggi x in gastroenterologia... Ama C. e Violetta eccelse pianiste, L'Aura, scomparsa a poco più di vent'anni e di cui già si parlava come ottima solutrice e validissima autrice di enigmi. E poi Iperion, frizzante epigrammista della scuola del Valletto, Niny, Fior di Lino mecenate di artisti, sino a giungere, tramite Lucetta, alla quarta generazione rappresentata dalla giovane Doretta, che ha esordito sulla pagine della Sibilla nel 2017. La pubblicazione raccoglie anche una significativa antologia dei lavori dei diversi autori, ma forse lo spirito giusto per apprezzare questa ennesima produzione della BEI è quello di avvicinarvisi quasi si trattasse di un intrigante romanzo familiare.
Nota dell'autore
Si tratta di un saggio che affronta i meccanismi dell'enigmistica classica da diversi punti di vista. In particolare mostra, o cerca di mostrare, come l'enigmistica sfrutta i normali e naturali fenomeni linguistici e li pone al servizio del piacere estetico del gioco. Riporta anche la mia opinione sul funzionamento "estetico" dei vari giochi che pure sono descritti e spiegati. Una prima parte è dedicata agli enigmi antichi che vengono successivamente messi a confronto con i giochi della nostra enigmistica attuale. Piccoli cenni storici e poi un lunga trattazione sulle varie forme di ambiguità. Il libro cerca di indagare sui meccanismi cognitivi coinvolti nella comprensione dei vari giochi e mette anche in risalto i processi inferenziali utilizzati dal solutore. La prefazione è di Emanuele Miola.
(Edgardo Bellini, "La Sibilla" n. 4-2021, pag. q167)
Che cos'è che rende appagante l’esperienza enigmistica? Guidato da questa domanda Michele Miccoli indaga i numerosi aspetti che connotano l’arte di Edipo dalle origini ai nostri giorni. Nel saggio "La parola svelata" (ed. Milella Lecce, 2020) vengono esplorati con metodo originale e con inedita ampiezza i meccanismi e le strategie che strutturano l’invenzione e la risoluzione dei giochi enigmistici, soprattutto sotto i profili della forma, dell’estetica e della sfida fra autore e solutore.
Attraversando i domini della linguistica con una scrittura chiara e godibile, Miccoli – che firma i suoi giochi come Il Maranello ed è fra i migliori brevisti italiani degli ultimi decenni – esplora l’intero sistema dell’enigmistica classica, e mette in chiaro i meccanismi fondanti e i paradigmi tecnici ed estetici pertinenti a ciascun tipo di gioco. Il rapporto fra enigmistica e comicità viene poi approfondito in un’apposita sezione, mentre in epilogo compare un’originale riflessione sul rapporto fra enigmistica e matematica; chiude il saggio uno spettacolare testo teatrale interamente strutturato con la tecnica del doppio soggetto.
Una lettura piacevole e ricca di spunti originali, utile sia a chi desidera approfondire le idee e le tecniche dell’enigmistica classica secondo una prospettiva razionale, sia a chi, già esperto del settore, vuol confrontarsi con un punto di vista ben fondato – a giudizio di chi scrive – e di non comune acutezza.
(Margherita Barile, www.ibs.it)
Spesso l’arcano, lungi dall’essere un astruso impasto di arbitrarie stravaganze, è solidamente radicato in certe nostre consuetudini mentali. L’enigma verbale, ad esempio, ci invita a percorrere i meandri linguistici in cui il nostro pensiero, senza rendersene conto, abitualmente si perde. Il suo testo è intessuto di trappole nelle quali il solutore di indovinelli, crittografie, rebus ama cadere, e che l’autore si diverte a preparare per lui, avendo cura di confezionare per bene la sorpresa finale. L’ingrediente fondamentale è l’ambiguità, (…). Può sembrare paradossale l’intento di accostarsi a questo sfuggente contenuto magico, nascosto dentro le parole, con un piglio scientifico, improntato all’analisi strutturale e alla distinzione in categorie. Eppure il saggio di Michele Miccoli, enigmista eclettico e di lunga militanza, realizza l’obiettivo con estrema coerenza e profondità. La sua dettagliata ed attenta riflessione, molto validamente supportata da elementi di semiologia, psicologia e linguistica, conduce il lettore, con piacevole gradualità, attraverso un mondo – la cosiddetta enigmistica classica – in cui il gioco è una forma regolamentata di arte seduttiva. Per comprenderne i meccanismi, basta lasciarsi trasportare dal fascino di questo libro: un trattato che utilizza i riferimenti teorici ed i termini tecnici soltanto per aggiungere, ad un’avvincente esplorazione del fantastico, il gusto speziato del rigore e la morbida corposità della cultura.
(Giuseppe Pascali, www.salentoinlinea.it 16 giugno 2021)
L'arte di comporre e di svelare enigmi, e di «giocare» con le parole, analizzata da un maestro del genere. Michele Miccoli, «Il Maranello» per i fedelissimi de La Settimana Enigmistica, lo storico periodico su cui è prestigiosa firma, approda in libreria con il saggio La parola svelata, testo indispensabile non solo per gli appassionati ma anche per chi intende erudirsi su quest'antica arte. ... Con una notevole capacità espositiva, Miccoli è in grado di illustrare al lettore un testo tecnico attraverso uno stile narrativo, esplicativo. Non stupisca infatti se le pagine, nel loro scorrere, catturino l'attenzione come il migliore dei thriller. Miccoli spiega così l'importanza del gioco con le parole, la cui capacità di allenare le menti si affianca a quella di favorire l'uso della lingua e quindi della comunicazione, fondamentale nelle relazioni sociali. L'ambiguità, che nella vita quotidiana può minare l'efficacia degli scambi comunicativi, costituisce l'essenza dell'enigmistica classica, quella branca dell'enigmistica che concerne l'elaborazione e la produzione di enigmi basati sull'uso estetico e creativo della lingua, proposti per essere risolti e chiamati «giochi». (...) Questo saggio, dunque, esamina l'ambiguità nelle sue varie forme e fa vedere come essa si manifesta negli «atti linguistici» in genere e come poi viene utilizzata e introdotta nei giochi enigmistici sulla quale sono sempre costruiti. Passando in rassegna tutti i tipi di gioco, descrive le tecniche compositive utilizzate dall'autore per sviare e distrarre il solutore e mostra come l'autore introduce nel gioco dei «segnali» per permettere il rintracciamento della soluzione e dar conto del fair play necessario perché l'enigma sia davvero un gioco. Il testo mette in relazione l'enigmistica e i suoi meccanismi con altri ambiti del sapere umano e tratta specificatamente gli stretti rapporti tra enigmistica classica e lingua, cogliendone le relazioni semantiche, sintattiche e morfologiche. Più specificatamente mostra come l'enigmistica ingloba e recepisce i normali fenomeni linguistici o gli usi retorici costringendoli a svolgere funzione estetica. E proprio all'esperienza estetica in enigmistica il saggio dedica un intero capitolo.
(Lucia Accoto, “M socialMagazine”, rivista online www.emmepress.com)
In “La parola svelata - strategie linguistiche nell’enigmistica classica” di Michele Miccoli entri nel mondo di una comunicazione diversa ed affascinante. È un saggio in cui si possono trovare le tecniche per risolvere gli enigmi o i rebus. Non è stata tralasciata neanche la storia, quella inedita ed interessante che riguarda fatti e personaggi, che smorza il tecnicismo e concede respiro su aspetti che, a volte, si tralasciano. Per molti l’enigmistica è un passatempo per altri, invece, una specializzazione. In entrambi i casi occorre ragionare per arrivare alle conclusioni giuste. Sbagliare è umano, ma esercitarsi con le parole grazie agli enigmi ci porta a fare chiarezza anche nei ragionamenti.
Il libro è molto tecnico. È un saggio preciso, la penna dell’autore è puntigliosa. Lo stile è lineare e secco.
(Claudia Presicce, “Il Quotidiano di Puglia”, 1.7.2021, pag. 18)
Ingegnere ed enigmista, specializzato in rebus, crittografie e giochi epigrammatici, Miccoli è noto agli appassionati del genere con lo pseudonimo Il Maranello, visto che dal 1992 collabora con “La Settimana Enigmistica” e con la rivista di enigmistica classica “La Sibilla”. «In questo libro, che non è né un manuale di enigmistica né un saggio di semiotica, cerco di esplorare gli aspetti dell’enigmistica classica nella loro essenza linguistica e in special modo nella loro essenza ambigua mettendoli in relazione con altre discipline delle scienze umane», spiega Il Maranello. E si addentra così nei territori tortuosi delle varie forme in cui si declinano questi giochi di abilità che sono fonte di grande soddisfazione, passando dallo studio delle parole, dei doppi sensi fino al rebus e alla crittografia nelle loro varie forme. (…)
Il libro, in sostanza, è un viaggio a tutto tondo visto dall’interno, in questo mondo dove il mistero è la regola fissa del comporre e la sua soluzione è la soddisfazione del giocatore.
(Luca Zecca, www.ibs.it)
Mi sono addentrato in questo viaggio di iniziazione ben consapevole delle difficoltà che questo libro imponente, che resterà, comportava. L'inizio è stato duro perché sembrava un lavoro rivolto a un pubblico specifico ma pian piano piano la parola si è svelata... ho avuto una illuminazione attraverso un rito esoterico che mi ha consentito di afferrare che non era importante la comprensione ma la percezione della magia che si cela dietro le parole che Miccoli con un uso sapiente del linguaggio riesce a svelare e a fare cogliere
(C.D., QuiSalento, novembre 2021)
Tra le pagine della ben nota Settimana Enigmistica i suoi giochi recano lo pseudonimo di "Il Maranello". Michele Miccoli, classe 1964, di Caprarica di Lecce, ingegnere di professione, enigmista per passione è autore de "La parola svelata" (...) Da queste pagine non emerge "solo" l'aspetto ludico dell'enigmistica bensì la bellezza della lingua espressa attraverso una della sue connotazioni più pregnanti. "L'ambiguità che caratterizza l'enigmistica classica è basata sui meccanismi della lingua e sulla possibilità che essi offrono di essere utilizzati per creare volutamente velature, arcani e distrazioni per sviare, ingannare e depistare il solutore". Un libro impegnativo ma godibilissimo
E’ stato difficile, in tempi come questi, credere in questo sogno, ma ce l’abbiamo fatta e finalmente I Lilianaldo, li chiama così una mia carissima amica, hanno il loro regalo. Si tratta della raccolta di gran parte della produzione di giochi enigmistici di mio padre, Aldo Nugnes, pubblicata sulle riviste classiche. Il lavoro, da vero certosino, si deve a Nicola Aurilio, in arte Ilion, uno dei più grandi enigmisti italiani, forse più un figlio che un semplice amico o allievo.
Io e mia sorella lo ringraziamo con infinita riconoscenza.
Susanna Nugnes
("Penombra" n. 6-2021, pag. 2)
Sono circa cinquecento i piacevolissimi giochi, tra epigrammatici e crittografici, inseriti nel libro che si leggono con gioia: un gran lavoro di ricerca, svolto amorevolmente da Ilion, forse più un figlio che un semplice amico o allievo, che nella presentazione del libro scrive: «Chi vuole veramente impadronirsi della materia farebbe bene a fare di questo volumetto un attento esame: ne ricaverebbe lezioni che oggi nessuno più impartisce, e un divertissement assoluto».
La pubblicazione è arricchita da scritti di Stefano Bartezzaghi, Ilion e dai teneri ricordi filiali di Barbara e Susanna. Come tutte le pubblicazioni di enimmistica ne sono state stampate poche copie e possederne una è un privilegio, quindi chi ne è interessato ne faccia richiesta per posta elettronica a Susanna Nugnes: su.nugnes@gmail.com lo riceverà in omaggio, ma faccia presto perché rischia di arrivare troppo tardi.
(Cleos, nella prefazione dell'opera)
Ciò che immediatamente colpisce, entrando nel vivo di questo prezioso libro, è il duplice desiderio dell'Autore, teso, da una parte, a donare poesie enigmistiche per il diletto dei lettori/solutori, dall'altra, a fornire tutti gli strumenti tecnici che mettano il nuovo lettore nelle condizioni di comprendere la "parola" edipica, fatta di metafore, dilogie, doppi significati, invenzioni lessicali, rendendosi così artefice d'una corretta e appassionata divulgazione.
(Luca Patrone, "Il Canto della Sfinge", n. 69-2021, pag. 14)
Dopo i dodici splendidi acquarelli-enigmi del suo precedente lavoro All’ombra delle stagioni, nel suo ultimo volume Genova velata l’autore presenta ventidue emozionanti affreschi monotematici in omaggio alla sua città di adozione, di cui mostra le varie tradizioni e sfaccettature.
Scorrendo l’opera, impreziosita dall’illuminante prefazione di Cleos, la cristallina dilogia, propria dello stile di Maven, la fa da padrona, senza però rubare spazio all’afflato poetico che permea i versi di ogni componimento.
La sezione propriamente autoriale – costituita da sedici giochi a schema e sei enigmi – è preceduta e seguita da due parti di tipo saggistico. Nella prima, l’autore si sofferma sulla spiegazione di come si possono risolvere i tipi di giochi presentati, citando e sviscerando letteralmente alcuni celebri grandi esempi del passato. L’ultima parte, di carattere storico-enigmografico, è un interessante e ben documentato excursus sulla storia dell’editoria enigmistica nel capoluogo ligure, a partire dal lontano XVI secolo fino ad arrivare agli eventi organizzati sul suolo genovese (il primo fu il Congresso Nazionale del 1927).
Completa l’opera una serie di concise note biografiche sugli enigmisti genovesi del passato e su quelli ancora in attività, prima delle conclusive soluzioni, con relative utili note esplicative, dei giochi proposti.
(Fabrizio De Ferrari, "La Sibilla" n. 2-2021, pag. 81)
"Genova velata" rappresenta un singolare e fascinoso omaggio in chiave enigmistica alla bellezza e alla identità profonda del capoluogo ligure, antico porto di mare, di commerci, di luci e di ombre.
Visto dagli enigmisti, questo libro si presenta invece come una ampia e raffinata raccolta di enigmi a tema, un albo monografico dedicato a una storica città d'arte italiana, che per qualità e difficoltà non mancherà di soddidfare i suoi lettori... e di impegnare i suoi solutori.
(Marco Bonetti, "Gazzettino sampierdarenese" n. 5-2021, pag. 6)
‘Genova velata’ (De Ferrari), florilegio di enigmi poetici (o meglio, poesie enigmatiche) che cantano una città bella e segreta, amata da poeti come Montale, Campana, Caproni. E che, come ricorda una sezione del libro, vanta una lunga tradizione nella letteratura enigmistica, già dal 1570. E una primaria ‘scuola enigmistica’.
47 anni, savonese, legato a Genova – suo luogo dell'anima –, Andrea è un cultore edipeo che sa passare ‘oltre lo specchio’, sino al Paese delle Meraviglie enigmistiche: alla sua attività di lavoro ordinaria da anni affianca sia quella di redattore della Settimana Enigmistica, quale noto autore di cruciverba, sia di collaboratore della Sibilla. Qui, con lo pseudonimo Maven, eccelle come autore di ‘poetici’ (ma – caso raro – è attivo con successo anche negli altri tre ‘regni’ della ‘classica’).
Genova velata è l'occasione ideale per il lettore curioso di addentrarsi in questo mondo incantato. Prima di proporci le sue poesie Maven ci accompagna infatti, passo passo, nella spiegazione, piana ed esaustiva, dei meccanismi dei giochi in versi, (…) Per capire occorrono esempi. Maven ce ne propone alcuni di autori classici della scuola genovese: Brand, Ser Berto, Gigi d’Armenia, Il Genietto, alfieri di un’irripetibile temperie culturale, il cui esito più alto fu la rivista Aenigma (1966-1976).
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